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La Rete sindacale internazionale di solidarietà e lotta si è incontrata a Barcellona

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1 e 2 aprile si sono incontrati a Barcellona diverse delegazioni sindacali appartenenti alla Rete sindacale internazionale di solidarietà e lotta (Rsisl) per confrontarsi sulle riforme delle pensioni dei rispettivi Paesi mentre in Francia è in corso una dura lotta contro la riforma Macron. Ne parliamo con Daniele Cofani responsabile del lavoro internazionale del Fronte di Lotta No Austerity (Flna).

Daniele a nome del Flna hai partecipato all’incontro della Rsisl a Barcellona, ci puoi dire da dove nasce questa iniziativa e quali delegazioni hanno partecipato?

A Barcellona, ospiti della CGT, si è svolto il terzo di una serie di incontri organizzati dalla Rsisl, preceduto da quello di Parigi del 21 e 22 gennaio 2023 e di Roma del 10 e 11 settembre 2022 e ce ne saranno altri a seguire nei prossimi mesi. Partendo da un aggiornamento della situazione politica ed economica dei vari Paesi, ogni riunione ha affrontato poi tematiche di discussione differenti: a Roma il confronto si è concentrato sulla necessità di rilanciare il sostegno alle lotte sindacali e sociali in corso in Europa contro le politiche di austerità imposte dai padroni e dai governi al loro servizio; a Parigi la discussione si è incentrata sulle leggi in materia di diritto di sciopero e rappresentanza sindacale e, per comprendere meglio la natura e l’attività della resistenza dei lavoratori ucraini in un contesto di guerra, è stato molto importante  il collegamento con Yuri Samoilov, presidente del sindacato indipendente dei minatori e metalmeccanici di Kryvyï Rih, polo metallurgico nel sud dell’Ucraina. Poi siamo arrivati all’incontro di Barcellona, dove le varie organizzazioni presenti si sono confrontate sulle diverse riforme delle pensioni imposte dai governi nei vari Paesi; è stata molto importante la partecipazione di una nutrita delegazione di compagni e compagne francesi del sindacato Solidaires, che ci hanno raccontato, praticamente in presa diretta, gli avvenimenti che stavano caratterizzando le numerose giornate di lotta, sciopero e collera con cui milioni di lavoratori e lavoratrici stavano bloccando la Francia, mettendo a ferro e fuoco varie città contro la riforma delle pensioni proposta e imposta da Macron. Alla riunione di Barcellona, come per gran parte degli incontri precedenti, hanno partecipato la CGT (Stato spagnolo), Co.Bas (Stato spagnolo), IAC (Catalunya), CATAC-CTS (Catalunya), CUB (Italia), Fronte di Lotta No Austerity (Italia), UNICOBAS (Italia), COBAS (Italia), COBAS Sardegna (Sardegna), TIE (Germania), SUD Vaud (Svizzera), SYNDIBASA (Svizzera), STASA (Portogallo), OZZ Inicjatywa Pracownicza (Polonia) e Union Syndicale Solidaires (Francia).

Cosa ti ha colpito di più del racconto della delegazione francese in merito alla imponente mobilitazione in corso in Francia?

Prima di tutto eravamo ancora tutti ipnotizzati dalle immagini, che ci erano giunte pochi giorni prima, 23 e 28 marzo, delle grandi giornate di mobilitazione in Francia, che sono andate ben oltre la richiesta di ritiro della controriforma delle pensioni, riuscendo a unire diverse rivendicazioni contro la crisi e gli attacchi del governo Macron. Stiamo parlando di giornate di lotta che hanno portato in piazza milioni di persone e scioperanti con manifestazioni e cortei in più di 80 località, precedute da scioperi ad oltranza in diversi settori. Tornando alla domanda, il passaggio che mi ha colpito di più del racconto è stato quando la compagna Cybèle ha dichiarato che le rimaneva difficile esporre le sensazioni vissute in quelle giornate per la grande forza espressa in quelle piazze, forza a cui non le era mai capitato di assistere. Come Fronte di Lotta No Austerity da sempre siamo impegnati nel tentativo di unire le lotte contro gli attacchi che la classe lavoratrice subisce in questo sistema basato sullo sfruttamento e che utilizza le oppressioni per dividere la nostra classe: unione che proviamo a creare tra lavoratori e lavoratrici di diversi settori e organizzazioni sindacali, con il fine di costruire i necessari rapporti di forza contro i padroni e i loro governi. Bene in tal senso crediamo che la tattica messa in pratica in Francia dai lavoratori dell’intersindacale sia quella giusta e da prendere come esempio per portare in piazza milioni di lavoratori e lavoratrici e per organizzare scioperi generali degni di questo nome. Ma, come anche emergeva dai racconti dei compagni e delle compagne francesi, se tale tattica di fronte unico viene condotta dalle burocrazie dei vari sindacali diventa poi strumento nelle loro mani per indebolire la lotta portandola verso la sconfitta. Crediamo quindi che una possibile vittoria contro la riforma delle pensioni possa arrivare solo se la classe lavoratrice francese saprà costruire una propria direzione in questa lotta, decidendone tempi, prassi e soprattutto obiettivi che vadano oltre la riforma e la caduta del governo Macron: una grande prova la stanno dando i lavoratori delle raffinerie, dei servizi energetici, i netturbini di Parigi e i ferrovieri che, anche contro le indicazione delle loro direzioni, da gennaio hanno condotto scioperi prolungati (greve reconductible) facendo appello ad uno sciopero generale prolungato. Nota dolente è stata espressa dalla denuncia contro l’uso della violenza e della repressione da parte della polizia in piazza: un ferroviere del sindacato Sud Rail (Solidaires) ha perso un occhio e sono centinaia i feriti e gli arresti che vanno a sommarsi ad ogni manifestazione, sono stati segnalati addirittura atti di violenza e stupri verso numerose manifestanti da parte della polizia, contro tutto ciò è urgente organizzare l’autodifesa. Al termine dell’incontro è stata votata una mozione di solidarietà ai lavoratori e lavoratrici francesi in lotta.

Come ha proseguito poi la discussione e quale valutazione è stata fatta rispetto ai dati delle varie riforme a confronto?

Dopo la testimonianza dei compagni e delle compagne francesi, la discussione è andata avanti con un primo giro di interventi di aggiornamento sulla situazione economica e politica dei vari Paesi. Come Flna ci siamo soffermati sulla questione dell’estrema destra e sulla natura del governo Meloni e del suo partito (Fratelli d’Italia) di cui fanno parte alcuni rappresentanti che provengono da formazioni nostalgiche del ventennio fascista. Nel suo complesso FdI è un partito di estrema destra liberale fedele alla UE e alla NATO, che ha svolto la sua campagna elettorale con una forte propaganda razzista, xenofoba, omobitransofobica e maschilista, raggiungendo il primato dei voti tra i partiti in corsa per le elezioni. Ma abbiamo spiegato che il successo elettorale di Fratelli d’Italia e quindi del governo Meloni va ritrovato nelle politiche nefaste di tutta la sinistra parlamentare e nelle direzioni sindacali burocratiche che, da decenni, stanno tradendo la classe lavoratrice, da ultimo sostenendo il precedente governo Draghi, diretto rappresentante delle banche e multinazionali. Molto interessante è stata poi la discussione a seguire sulle riforme delle pensioni, le varie organizzazioni hanno esposto un quadro generale sulle leggi applicate nei diversi Paesi, concentrandosi sull’età pensionabile, gli anni di contribuzione (lavoro) necessari per maturare il diritto alla pensione, i valori della pensione minima e media e anche del salario minimo. Seppure con differenze, soprattutto riguardo il valore economico delle pensioni e del salario minimo, il fattore che è emerso in maniera evidente durante la discussione è l’attacco brutale alla previdenza pubblica in corso da decenni in tutti gli Stati europei e con esso il tentativo di tagliare l’assegno di pensione e prolungare l’età pensionabile; rispetto a quest’ultimo possiamo dire che in nessuno Paese delle delegazioni presenti si riesce a maturare il diritto  alla pensione prima dei 65 anni: anche nella stessa Francia, ora con la nuova riforma, si potrà andare in pensione a partire dai 64 anni ma con un minimo di 43 anni di contributi. Dopo aver spiegato nei dettagli la riforma Fornero insieme alle altre delegazioni italiane, come Flna abbiamo ricordato che contro la sua approvazione nel 2010 furono indette solo 3 ore di sciopero generale da parte delle direzioni dei grandi sindacati burocratici, e che in generale non ci fu la volontà da parte del movimento sindacale di contrastare una riforma barbara che ha peggiorato le condizioni di milioni di lavoratrici e lavoratori.

Sono previste altre riunioni nei prossimi mesi?

Sì, proprio a marzo la Rsisl ha compiuto 10 anni e da sempre organizza riunioni ed incontri internazionali su temi generali e settoriali, al termine della riunione di Barcellona la Cub ha avanzato la proposta di organizzare la prossima riunione a giugno a Palermo con a tema la sicurezza sul lavoro e l’immigrazione, ma va anche ricordato che dal 10 al 12 settembre si svolgerà a Sao Jose dos Campos (Brasile) il V Incontro internazionale della Rsisl dopo il congresso della Csp-Conlutas che si svolgerà a San Paolo dal 7 al 10 settembre.