ArticoliInternazionale

75 anni di Nakba, la lotta del popolo palestinese e la solidarietà internazionale

1' di lettura

Dichiarazione della Rete sindacale internazionale di solidarietà e lotta

È questa catastrofe che continua sotto forma di discriminazione sistematica simile all’apartheid.

Da 75 anni il popolo palestinese vive in una situazione catastrofica dopo la prima guerra che ha subito nel 1947 e nel 1948, che ha distrutto centinaia di città e villaggi, uccidendo migliaia di palestinesi ed espellendone più di 800.000, per far posto alla creazione dello Stato israeliano.

È questa catastrofe iniziale, la “Nakba”, che i palestinesi commemorano ogni anno il 15 maggio, una commemorazione a cui l’Assemblea generale delle Nazioni Unite si unisce quest’anno, a seguito di un voto del novembre 2022.

È questa catastrofe che continua in forme diverse, guerre multiple ed espulsioni successive che oggi rendono 10 milioni dei 14 milioni di palestinesi nel mondo rifugiati o esiliati, senza possibilità di tornare nelle loro case, nonostante il diritto concesso dalla risoluzione ONU 194 del dicembre 1948.

Questa catastrofe continua sotto forma di discriminazione sistematica simile all’apartheid (in Israele), annessione di territori (a Gerusalemme Est), occupazione militare, colonizzazione massiccia, distruzione di case, sfollamento forzato e vessazione delle popolazioni, furto di risorse, compresa l’acqua (in Cisgiordania), blocco disumano (nella Striscia di Gaza)…

Non sarà possibile raggiungere una soluzione giusta finché lo Stato israeliano non riconoscerà la sua responsabilità storica per l’espulsione e l’esproprio del popolo palestinese. E tale riconoscimento non sarà raggiunto finché lo Stato israeliano non sarà punito per tutti i crimini che commette.

La Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e Lotta si unisce alla commemorazione di questo triste anniversario con i suoi compagni palestinesi e la loro aspirazione alla giustizia.

Chiede il rispetto del diritto internazionale, a partire dal ritorno dei rifugiati palestinesi alle loro case, sanzioni contro lo Stato israeliano e l’autodeterminazione del popolo palestinese riguardo al suo futuro nella propria terra.