AL CIMITERO DEI FETI SI SEPPELLISCE LA LIBERTÀ DELLE DONNE
Riceviamo e con piacere pubblichiamo da Cub Donne
È un ennesimo, violentissimo attacco al diritto di aborto, quello che emerge dalle denunce di alcune donne, che hanno scoperto l’esistenza, nel cimitero Flaminio, di Roma, di una sezione in cui i feti abortiti vengono seppelliti e contrassegnati con una croce, sulla quale viene riportato il nome della madre.
Le donne coinvolte hanno raccontato che, dopo l’intervento, in ospedale, è stato fatto firmare loro un modulo in cui si parlava di “smaltimento del prodotto abortivo”, con un generico riferimento alle “normative vigenti”, ma nessuna di esse aveva dato il consenso alla sepoltura.
Una inammissibile violazione della legge sull’interruzione di gravidanza e della privacy di queste donne, l’ennesima criminalizzazione di chi decide di abortire.
Ma il cimitero Flaminio non è l’unico ad attuare questa abominevole pratica; sono circa 50, in Italia, i cimiteri dei feti e vanno sempre più aumentando, grazie all’appoggio di amministrazioni locali, decisamente retrograde e integraliste, o semplicemente indifferenti.
La legge 194 ha più di 40 anni, ma in Italia il diritto di aborto non solo non è ancora pienamente garantito, ma è addirittura continuamente minacciato: oltre il 70% dei ginecologi è obiettore, in alcune regioni si arriva al 90%, nelle strutture sanitarie sono molto diffuse le pratiche che tendono alla colpevolizzazione delle donne, fortissime sono le resistenze nei confronti dell’aborto farmacologico.
Tutto ciò è inaccettabile. Non possiamo abbassare la guardia. Dopo 40 anni è ancora necessario lottare per difendere il diritto all’autodeterminazione delle donne, affinché il diritto di aborto sia libero, accessibile e gratuito!
Invitiamo tutte a segnalarci i casi in cui la libertà delle donne viene minacciata.
CUB Donne