Né qui, né altrove!
Lottare uniti per l’ambiente e per il clima
Assemblea pubblica
Riceviamo con richiesta di pubblicazione dai compagni e compagne di Spazio17
La lotta contro la realizzazione dell’inceneritore tra il quartiere San Paolo e Modugno accomuna non solo le comunità dei comuni limitrofi, ma le popolazioni di tante aree del Paese.
E soprattutto non può limitarsi al negare la costruzione di una bomba ecologica, ma si intreccia con tutte le lotte ambientali e per il clima.
Con questo incontro pubblico vogliamo proseguire e favorire il necessario confronto e la fondamentale unità d’azione tra singoli e singole, organizzazioni politiche e sindacali, associazioni e movimento contro i cambiamenti climatici.
Lo facciamo in vista della 5^ Conferenza Nazionale del Fronte di Lotta No Austerity dal cui documento politico abbiamo di seguito estrapolato la parte riguardante l’ambiente.
AMBIENTE
La distruzione dell’ambiente va di pari passo alla distruzione dei diritti fondamentali delle masse popolari. Le mobilitazioni, soprattutto giovanili, contro inquinamento e surriscaldamento sono positive e importanti dopo decenni di assopimenti dei movimenti studenteschi; ma devono trovare il coraggio di pretendere un cambio sistemico rivoluzionario, abbandonando l’alleanza con i governi e coi capitalisti e unendosi al movimento operaio e alle classi lavoratrici.
L’economia green è solo un modo diverso e meno aggressivo di sfruttare le risorse da parte del capitalismo: ciò che ci serve non è tanto uno «sviluppo sostenibile», quanto un modello di vita armonico con l’ambiente e la salute, un sistema ecologico, inteso come benessere per le persone e per gli ecosistemi. Ciò significa produrre ciò che serve al benessere generale, rallentando i ritmi lavorativi e vitali, redistribuendo lavoro e ricchezza perché tale processo sia sostenibile. Tale risultato però non è raggiungibile nei sistemi economici attuali, capitalisti e imperialisti: serve un modello sociale radicalmente differente, basato sul principio dell’uguaglianza e del benessere collettivo, su un’economia volta alla soddisfazione dei bisogni sociali, a partire dall’autoproduzione e dalle pratiche autogestite di un diverso «modello di sviluppo». Questo è il salto ideologico che i movimenti ecologisti devono oggi fare, sganciandosi dalle direzioni sempre pronte a ricondurre ogni protesta nelle maglie del padronato e della concertazione.