GREEN PASS SUI TRENI: NESSUNA SICUREZZA!
Riceviamo dai compagni della Cub Trasporti e pubblichiamo
Alla prova del nove, per chi lo ha vissuto in prima persona, l’introduzione del 1 settembre del Green Pass sui treni a lunga percorrenza e il parallelo aumento della capienza dei treni che passa dal 50% all’80% con conseguente annullamento del distanziamento a scacchiera sui convogli, si è dimostrato un dispositivo farlocco che agevola solo Trenitalia, a danno di passeggeri e lavoratori.
Invero la riduzione della capienza prima prevista su Inter City e treni Alta Velocità consentiva un posizionamento alternato dei viaggiatori, in modo che ognuno avesse il posto accanto o di fronte sempre libero. Con l’80% dei posti occupati, tale sistema di posizionamento sicuro salta; così nella lotteria delle prenotazioni solo chi è più fortunato può avere il posto contiguo libero, mentre tutti gli altri si troveranno a fianco o di fronte ad altri viaggiatori a cui solo in minima parte sarà nella pratica verificata la regolarità del green pass.
Infatti il controllo dei Green Pass presenta una lunga serie di problematiche che lo rendono ingestibile.
Il primo problema è che il controllo è stato assegnato al Personale di Bordo e quindi viene effettuato solo dopo che il viaggiatore si è seduto in treno, solo quando il personale ferroviario esegue la controlleria.
Il disimpegno della controlleria avviene da due agenti del personale di bordo per tutto il treno, come corollario di molti compiti riguardanti la sicurezza; in pratica possono passare anche ore prima che il controllo sia effettivamente eseguito, tanto più che la verifica del Qr code avviene tramite una App diversa da quella del controllo dei biglietti e con treno in movimento, con conseguente enorme dilatazione dei tempi.
È inoltre evidente che la controlleria non può essere eseguita per tutte le tratte e per tutto il flusso di viaggiatori che sale e scende alle fermate. Peraltro il personale di bordo non ha modo o competenza per controllare la regolarità dei certificati sanitari delle persone esenti dalla campagna vaccinale.
Già dalla prima giornata di introduzione il Green Pass sui treni a lunga percorrenza si è dimostrato ingestibile, con vive proteste dei viaggiatori, molti dei quali non sapevano nulla del superamento del distanziamento (con ancora presenti i drappi rossi di sedile inutilizzabile, anche nei posti venduti), di cui poco si è detto sugli organi di informazione e negli annunci in treno e stazione; con il personale di bordo lasciato da solo a gestire la complessità della situazione.
Va aggiunta la drammatica situazione dei treni regionali dove il Green Pass non è previsto e che già venivano riempiti all’80% della capienza, considerati anche i posti in piedi; dati fasulli perché in verità questi treni hanno viaggiato in molte occasioni anche al 150% della capienza, senza che nessuno controlli effettivamente gli accessi (il personale di bordo è ridotto a una unità per convoglio e non può scorrere un treno sovraffollato senza rischi per la sua sicurezza).
Tali situazioni diventeranno esplosive con la apertura delle scuole e con l’annunciato superamento dello Smart Working nella pubblica amministrazione.
Come ferrovieri siamo stati lavoratrici e lavoratori tra i più esposti dall’inizio della pandemia, sbattuti fuori e dentro le zone rosse senza nessun controllo o tutela, con dispositivi di protezione consegnati solo dopo molte settimane l’inizio dell’emergenza e senza mai essere stati sottoposti a screeening di massa come avevamo a più riprese richiesto; non siamo dunque disponibili a essere trattati come carne da macello.
Come Personale di Bordo ci asterremo per la nostra sicurezza ad eseguire la controlleria in caso di treni affollati e rifiutiamo ogni addebito o incombenza non contrattualmente prevista, peraltro dovuta all’introduzione di misure mal concepite e male organizzate come quella del Green Pass ferroviario.
Soprattutto chiediamo con forza la reintroduzione del distanziamento del 50% su tutti i treni (sia a lunga percorrenza che regionali); l’aumento dei convogli e l’assunzione di personale.
Proseguire con la scelta di Governo e Trenitalia, di riempire i convogli senza distanziamento, potrebbe
comportare una risalita dei contagi per cui non potranno essere addotti capri espiatori o pretesti strumentali.
Cub Trasporti
Settembre 2021