Alitalia – Atitech: i commissari straordinari aprono le danze dei licenziamenti, chiedendo la testa di 300 lavoratori della Manutenzione.
Riceviamo dal Comitato Tutti A Bordo con richiesta di pubblicazione
Mentre, proprio in questi giorni, è caduto uno dei peggiori governi degli ultimi decenni, in Alitalia si sta per portare a compimento il disastroso piano Ita, ereditato dal precedente governo giallo-rosso, redatto dall’allora ministro dell’economia Gualtieri, messo in atto con cinica rapidità dall’ormai ex governo Draghi e avallato in ogni suo passaggio dagli accordi siglati dalle principali direzioni sindacali.
Un piano che dal 15 ottobre, giorno dell’inizio delle attività della nano compagnia Ita, ha lasciato a casa circa 2500 persone del ramo Aviation, grazie alle firme apposte sugli accordi del 2 dicembre da Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Fnta. Dopo settimane di trattative condotte in totale segretezza sono stati ratificati migliaia di licenziamenti, tagli e discriminazioni mentre le strutture sindacali e gli stessi segretari di Cgil e Uil sono stati assunti da Ita e promossi in poche settimane in percorsi di avanzamento di carriera.
Un piano che il 14 luglio ha visto poi la cessione delle attività del ramo Handling da Alitalia a Swissport, grazie all’accordo firmato 10 giorni prima da Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Usb, ancora una volta senza alcun confronto o dibattito con la categoria. Proseguendo nella volontà di smantellare e svendere il trasporto aereo a società concorrenti, si è proceduto all’assunzione di soli 1600 lavoratori e lavoratrici a tempo indeterminato, contro i 2300 che venivano impiegati da Alitalia, lasciando ancora una volta nella più totale incertezza oltre 700 dipendenti, destinati alla cassa integrazione a zero ore o ai contratti di distacco. Con quest’ultimi si è introdotto una vera e propria nuova forma di precarizzazione e ricatto: per sopperire ai tagli occupazionali, stabiliti in sede di accordo ed avallati dalle solite sigle sindacali, centinaia di lavoratori e lavoratrici vengono impiegati in prestito nella nuova società Swissport, a seconda delle esigenze contingenti, spesso anche in mansioni profondamente diverse e con criteri dettati prevalentemente da meccanismi clientelar-sindacali. Un’altra vergognosa pagina del sindacato coercitivo in Alitalia.
Per completare la destrutturazione della ex compagnia di bandiera manca ormai solo un ultimo tassello, la vendita del settore delle Manutenzioni; il bando indetto dai Commissari straordinari è stato assegnato alla ditta di Napoli-Capodichino, Atitech, che visti i precedenti, si è seduta al tavolo delle trattative con l’ennesima richiesta di tagli e licenziamenti per i 1200 lavoratori della Dmo di Fiumicino. Come nei precedenti passaggi, le organizzazioni sindacali convocate, fino ad oggi si sono rese protagoniste soltanto dell’ormai noto “teatrino del finto dissenso”, funzionale esclusivamente alla difesa dei propri interessi. Lunedì 18 luglio, dopo l’ultimo incontro senza nulla di fatto, è stato invocato il sostegno del governo che di lì a pochi giorni è rovinosamente caduto, inceppando o forse ritardando il passaggio finale per la vendita della Manutenzione in tempi brevi. È notizia di ieri l’entrata a gamba tesa, nel vivo della vicenda, dei Commissari straordinari che, sicuramente previo accordo sottaciuto con le organizzazioni sindacali, hanno inviato una lettera in data 23 luglio per informare le OO.SS. di una “Implementazione del programma di CIGS a zero ore” per un massimo di 300 lavoratori a partire dal 1° agosto. Nei fatti una nuova roulette russa che, dopo i colleghi e le colleghe di volo e dell’Handling, vedrà ora coinvolti i lavoratori della Manutenzione.
Tutto ciò può essere ancora fermato!
Certamente non attraverso trattative segrete e appelli a un governo che ormai non può più rispondere. Ma solo mediante una serrata mobilitazione che, ripartendo dagli operai della Manutenzione, e coinvolgendo tutti i lavoratori e la lavoratrice esclusi nel comparto volo e nell’Handling, fermi subito la vendita della divisione manutentiva e rimetta completamente in discussione tutto il piano Ita, con la sua fallimentare e miope visione senza futuro.
Il governo Draghi sarebbe dovuto cadere sotto la pressione delle mobilitazioni dei lavoratori e delle lavoratrici che sono stati costantemente sotto attacco durante tutti questi mesi; a determinarne la fine sono stati invece i teatrini della politica e le solite diatribe elettorali che per nulla si curano delle vere esigenze di una classe sempre più estesa di non considerati, sfruttati, impoveriti, senza futuro. La caduta di chi ha voluto, sin dai primi giorni del suo insediamento, incarnare il ruolo di carnefice finale della nostra compagnia di bandiera né ci risarcisce, né ci soddisfa pienamente; ne prendiamo semplicemente atto, ma riteniamo sarebbe un grave errore per tutti noi riporre fiducia nella politica governativa perennemente in campagna elettorale, o nei prossimi governi che da sempre si sono dimostrati disinteressati a visioni e soluzioni sistemiche.
Mobilitiamoci insieme con ogni mezzo necessario; presidiamo gli incontri che si svolgeranno nei prossimi giorni: difendiamo l’occupazione e le condizioni di lavoro di tutti i lavoratori e le lavoratrici della ex compagnia di bandiera partecipando in prima persona.
Fco 24/07/2022
Comitato Tutti A Bordo – No al Piano Ita