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TRIESTE: CONTRO LA REPRESSIONE MANDIAMO A CASA IL GOVERNO DRAGHI

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Pubblichiamo questo comunicato del Comitato Tutti a bordo – No al piano Ita che condividiamo in pieno

Il comitato Tutti A Bordo – No al piano ITA condanna con forza la repressione messa in campo nei confronti dei portuali in sciopero e in picchetto il 18 ottobre all’interno del porto di Trieste. Una violenza smisurata contro lavoratori inermi, attraverso cariche con uso di lacrimogeni e idranti. Questa è la risposta che il governo Draghi – partendo da Trieste – vorrà estendere a tutte le lotte nel Paese contro i licenziamenti, le delocalizzazioni, la precarietà, il diritto alla casa. La misura è colma e la questione del green pass va a collocarsi all’interno di un attacco generale al mondo del lavoro, dove si vuole far ricadere la disastrosa gestione pandemica sulla responsabilità individuale dei lavoratori. Uno strumento che non garantisce tutele sanitarie nei luoghi di lavoro – come non la garantiscono i protocolli di sicurezza – scaricando su questa problematica tutto il disagio sociale. Gli unici responsabili sono il Governo e Confindustria che ora impongono il green pass per entrare nei luoghi di lavoro, dopo avere mandato a lavorare milioni di lavoratori in piena pandemia con inadeguate tutele sanitarie. Uno strumento discriminatorio e divisivo utilizzato anche nella selezione di personale Alitalia da parte di ITA, che ha scartato a priori chi tra i lavoratori e lavoratrici ne era sprovvisto. Contro l’attacco che stiamo subendo a livello generale, è necessaria una lotta a tutto campo che si ponga l’obiettivo di unificare le lotte verso un reale sciopero generale, che metta in discussione il governo e Draghi che licenzia, discrimina e reprime.