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Pirelli Bollate, il comunicato Allca-Cub sul contratto aziendale

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Contrattazione di secondo livello: un’altra piattaforma è possibile

Con le assemblee di lunedì 29 maggio si è chiusa la consultazione sull’ipotesi d’accordo relativa alla contrattazione aziendale per il triennio 2023-2025: un’ipotesi passata con uno scarto di pochi voti, un quadro di spaccatura netta della fabbrica che riteniamo dovrebbe portare la Rsu (compattamente schierata per il Sì) a interrogarsi ulteriormente sulla propria legittimazione.

Dal nostro punto di vista, specialmente in questa fase storica dello stabilimento Pirelli di Bollate, dove l’età media dei lavoratori in forza è di 50 anni e l’anzianità media di 25, è necessario ridurre la differenza salariale risultante dalla remunerazione subordinata alla presenza.

In questo senso pensiamo che sia un errore impostare una rivendicazione sul gettone presenza e un errore ancora più grave circoscrivere l’aumento sulla gettoneria del weekend. 

Al contrario crediamo in generale sia utile e opportuno spingere, in sede di contrattazione nazionale, sui minimi tabellari e su istituti fermi da oltre 30 anni come gli scatti d’anzianità (solo 5 nei primi 10 anni, poi il nulla: se hai 11 anni di anzianità o 41, il salario rimane invariato; peraltro lo scatto di anzianità non è mai stato rivalutato ed è fermo da oltre tre decenni!). Crediamo però che su questi temi dovremmo lottare già da subito a livello aziendale.

Il gettone presenza aveva un suo (perverso) senso negli anni ‘90, per convincere dei ventenni a gettare parte della loro giovinezza nel vortice sacrificale di una turnazione a ciclo continuo. 

Oggi occorre essere realisti: i ventenni degli anni ‘90 ormai sono dei cinquantenni che iniziano a oscillare come birilli, e purtroppo anche le cronache recenti di malori ci confermano che questa similitudine è molto realistica; e nei prossimi decenni anni la situazione non potrà che peggiorare.

Serve una contrattazione aziendale che aumenti il potere d’acquisto senza penalizzare i lavoratori che, anche a causa della vita di fabbrica, oggi non godono più di buona salute. 

Dobbiamo lottare per ridurre le differenze tra chi (per ora) è in salute e chi meno, tra i giorni festivi e i giorni feriali, tra i turnisti e i normalisti.

Appunto: ai normalisti non pensa mai nessuno?
I normalisti sono, storicamente, i dimenticati per eccellenza. Noi crediamo che questo sia vergognoso e inaccettabile, una dinamica che dei sindacati degni di quel nome dovrebbero ripudiare senza se e senza ma, poiché risponde alla becera logica dei numeri: si accontentano i turnisti che sono di più, secondo la classica logica del divide et impera. I normalisti sono lavoratori come gli altri, la differenza salariale rispetto ai colleghi turnisti è enorme e questo è un problema che va affrontato e risolto con urgenza!

Crediamo che una piattaforma innovativa e lungimirante debba contenere queste due rivendicazioni:

  1. Indisposizioni
    Ripristinare l’istituto delle indisposizioni: è assurdo che siamo stati privati di questo strumento! Con l’avanzare dell’età anagrafica e dell’anzianità lavorativa le indisposizioni andavano, semmai, aumentate, non abolite!
  2. Riduzione oraria a parità di salario
    I turni a ciclo continuo sono già di per sé pesantissimi e i recuperi li rendono oltremodo insopportabili, acuendo quel disagio che per dei lavoratori anziani pesa come un macigno.

Nel nostro caso specifico questa rivendicazione si tradurrebbe nell’abolizione dei recuperi a parità di salario. 

PNCS, esternalizzazioni e varie

Quanto sta avvenendo al reparto Pncs dà un quadro preoccupante circa le politiche di organizzazione del lavoro della Pirelli, dove esternalizzazioni e riduzioni del personale saranno all’ordine del giorno: ci auguriamo che questo quadro non sia un anticipo di quanto avverrà nei prossimi anni (queste logiche stanno già interessando i lavoratori della centrale termica).

Il sistema degli appalti e dei subappalti è funzionale ai padroni per deresponsabilizzarli permettendo loro di risparmiare sulla pelle dei lavoratori, delegando il lavoro sporco a padroncini e a cooperative senza scrupoli che massimizzeranno lo sfruttamento con l’arma del ricatto occupazionale verso lavoratori precari. 

Al Pncs ci troviamo quotidianamente a fare i conti con un’organizzazione ibrida, lavorando fianco a fianco con i lavoratori della cooperativa che versano in condizioni salariali e di diritti a dir poco miserevoli: per loro chiediamo l’internalizzazione!

Chi vigila sulle condizioni di sicurezza? Chi assicura ai lavoratori la formazione sui rischi correlati? Chi fornisce loro i necessari dpi? Chi vigila sugli orari di lavoro, assicurandosi che nessuno lavori 7 giorni consecutivi e che tra un turno e l’altro intercorrano almeno 11 ore? 

Ben sappiamo quali sono i soggetti in campo che hanno tutto l’interesse a dividere i lavoratori tra appaltante e committente: ben si sappia che questa divisione noi non l’acceteremo mai! Le lavoratrici e i lavoratori che a vario titolo vengono a lavorare quotidianamente alla Pirelli di Bollate, per noi, sono a tutti gli effetti nostri colleghi: vigileremo senza sosta sul rispetto dei loro diritti e sulle loro condizioni di lavoro. Un presidio di civiltà che come lavoratori Pirelli e come Allca-Cub porteremo avanti in prima linea a tutela e a difesa dei lavoratori precari.