LO SCIOPERO GENERALE CHE VOGLIAMO
Da tempo le realtà del Fronte di Lotta No Austerity sono impegnate, insieme con molte realtà operaie e di movimento, in una campagna per costruire un vero sciopero generale, che possa essere l’inizio di un percorso di mobilitazione generale a oltranza fino a cacciare il governo Draghi. Che non possa venire nulla di buono dal governo Draghi – governo espressione degli interessi di Confindustria e dell’Ue – è a nostro avviso evidente: dalla gestione criminale della pandemia (da ultimo il green pass è stato utilizzato per eliminare le già scarse misure di sicurezza nei luoghi di lavoro e come pretesto per licenziare) allo sblocco dei licenziamenti (sottoscritto anche dalle direzioni di Cgil, Cisl e Uil) fino alla scellerata manovra finanziaria in corso, che prevede un ulteriore attacco alle pensioni e nuove privatizzazioni.
Da tempo la costruzione di un vero grande sciopero «generale e generalizzato» (per usare l’espressione ideata dagli operai Gkn) era stata posta all’ordine del giorno dalle dure lotte operaie in corso nel nostro Paese: oltre alla già citata Gkn, vogliamo ricordare anche le lavoratrici e i lavoratori Alitalia in lotta, le operaie e gli operai della Whirlpool, gli operai del gruppo Stellantis e quelli della Pirelli, della Gianetti Ruote, Ex-Embraco, i lavoratori della Tim, ecc. Per mesi, invece, le principali direzioni sindacali burocratiche ci hanno spiegato che «scioperare era sbagliato» e hanno chiesto ai lavoratori di avere fiducia nelle loro trattative amichevoli col governo Draghi.
Ora, con grave ritardo, dopo il rifiuto di Draghi di aprire un confronto sulle pensioni, la direzione della Cgil e della Uil proclamano uno «sciopero generale»… con soli dieci giorni di anticipo: sciopero generale che nasce monco, dato che non sciopereranno molti settori duramente colpiti, dalla sanità alla scuola a molte realtà dei trasporti e del pubblico impiego. Uno sciopero generale degno di questo nome, che sia in grado di mettere davvero in crisi i padroni e il loro governo, dovrebbe essere preparato in ben altro modo, con assemblee nei luoghi di lavoro, con appelli alla mobilitazione e all’unità d’azione. Non si possono invitare per mesi le lavoratrici e i lavoratori alla rassegnazione e poi pretendere che si risveglino, all’improvviso, all’ultimo minuto, alla vigilia di Natale.
Nonostante i limiti burocratici di questo «sciopero generale», limiti che sarebbe sbagliato ignorare, il Fronte di lotta No Austerity è al fianco delle realtà lavoratrici e operaie che saranno in sciopero il 16 dicembre: tante lavoratrici e tanti lavoratori incroceranno le braccia scontrandosi con l’arroganza e la violenza dei loro padroni. Faremo di tutto perché il loro sciopero non diventi il pretesto per un nuovo compromesso al ribasso tra burocrati, padroni e governo. Il 16 dicembre deve diventare invece l’inizio di una nuova ondata di proteste e scioperi prolungati che portino alla costruzione di una vera e incisiva giornata di «sciopero generale e generalizzato». Uniamo le lotte per cacciare Draghi e tutti i governi padronali!