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La lotta a difesa del parco fluviale della Secchia

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Intervista ad Aldo Meschiari, tra i promotori del comitato


Abbiamo incontrato Aldo Meschiari, professore di liceo a Modena, tra i promotori del Comitato per la difesa del parco fluviale della Secchia. Da molti mesi il Comitato sta denunciando la devastazione di un’intera foresta, con 50 ettari di boschi abbattuti e decine di migliaia di alberi tagliati. Con questa intervista vogliamo portare all’attenzione di altre realtà di lotta quello che sta avvenendo in questi territori dell’Emilia.

Aldo, da marzo state denunciando quello che sta avvenendo al parco fluviale della Secchia. Lo avete definito un “ecocidio”. Ci spieghi perché?

AIPO, in associazione con la regione Emilia-Romagna, ha approvato un piano finanziato dal PNRR (più di 70 milioni di euro) per mettere in sicurezza il fiume Secchia. Peccato che per attuare questo obiettivo si siano tagliati dai 40 ai 50 ettari di bosco planiziale, distruggendo un paradiso di biodiversità padano unico nel suo genere. Abbiamo calcolato che sono stati abbattuti dai 20 ai 30 mila alberi, e quindi sono stati cancellati migliaia di nidi e tane. Moltissimi animali, uccelli e anfibi che vivevano nella zona sono stati uccisi o scacciati. Ora tutta l’area è molto più vulnerabile sia al rischio idraulico che a quello idrogeologico. Ma soprattutto la pianura tra Modena e Reggio ha perso un ecosistema che era in grado di catturare migliaia di tonnellate di CO2 ogni anno, di ripulire in modo efficace l’aria già inquinatissima dalle polveri sottili e di contenere il riscaldamento causato dal Global Warming.

Quali sono le responsabilità del governo nazionale e della regione Emilia-Romagna?

Come ho già spiegato, AIPO, la regione Emilia-Romagna e il Ministero dell’Ambiente hanno approvato questo progetto. Quindi si tratta di tre istituzioni statali. Praticamente è un progetto voluto dallo stato italiano in associazione con la regione Emilia-Romagna.

Pensi che ci siano anche delle responsabilità dell’Unione europea?

Le responsabilità a livello europeo riguardano le modalità di concessione dei fondi PNRR, che si stanno rivelando una miniera d’oro per le speculazioni più ciniche.
In questo caso decine di milioni di euro sono stati erogati per un progetto che ha causato la distruzione del Parco fluviale del Secchia. Possibile che nessuno dalla UE abbia controllato?

Che azioni di lotta ha messo in campo il Comitato? Avete preso contatti con altri comitati a difesa dell’ambiente?

Siamo stati una voce inascoltata per molti mesi.

In certi momenti abbiamo anche temuto per la nostra sicurezza, visto che abbiamo ricevuto minacce verbali. La creazione di una pagina Facebook ci ha permesso di denunciare l’ecocidio, arrivando a informare molte migliaia di persone. Solo nelle ultime settimane, ma a giochi finiti, alcuni giornali e alcune associazioni ambientaliste hanno iniziato a denunciare l’azione dell’AIPO. Ma ormai la foresta non c’è più. Abbiamo più volte cercato la collaborazione delle forze politiche locali e nazionali, della stampa, delle associazioni ambientaliste, ma ci siamo scontrati con un muro di silenzio oppressivo.

Prossime scadenze di lotta e mobilitazione?

Nelle ultime settimane abbiamo ricevuto la solidarietà di altri Comitati, da Bologna, Milano, Reggio Emilia e da altre regioni del paese. Tutti denunciano la pratica del taglio indiscriminato degli alberi e soprattutto l’enorme consumo di suolo. È in atto da almeno venti anni una massiccia speculazione edilizia, senza precedenti in Emilia-Romagna, che è stata recentemente riacutizzata dai fondi del PNRR.

Il Fronte di Lotta No Austerity è al vostro fianco!