CONTRO GLI ATTACCHI DEI PADRONI E DEL GOVERNO DRAGHI
COSTRUIRE UN’OPPOSIZIONE DI CLASSE, COSTRUIRE UN VERO SCIOPERO GENERALE!
Forse mai, come in questa fase storica, è evidente alle larghe masse la crisi del capitalismo, aggravata da un anno e mezzo di pandemia: stiamo assistendo a un fortissimo inasprimento degli attacchi alla classe lavoratrice nel suo complesso a livello internazionale. Un esempio è senza dubbio la fine del già insufficiente blocco dei licenziamenti, (non dimentichiamo che sono circa un milione i posti di lavoro persi durante il blocco) che ha aperto le danze a una serie di licenziamenti di massa in ogni settore produttivo del Paese e nei fatti ha dato il via libera ai padroni di liberarsi di migliaia di lavoratori, facendo pagare loro il prezzo più alto della crisi in corso. Le prime vittime sono stati i 152 operai della Gianetti ruote di Monza e i 422 della Gkn di Firenze, subito seguiti dai lavoratori ex Embraco (400), Timken (106), Whirlpool (327) a cui vanno aggiunti tutti i lavoratori e le lavoratrici dell’indotto. Questo non è che l’inizio di un attacco senza precedenti, di cui sono corresponsabili le direzioni di Cgil-Cisl-Uil (Landini in testa) che hanno sottoscritto questo sblocco, funzionale ad un piano generale di ristrutturazione capitalistica, orchestrato dai padroni attraverso le istituzioni al loro servizio: il governo Draghi e l’Unione Europea.
Tutto ciò sta avvenendo all’interno di una crisi sanitaria, economica ed ambientale dove sono emerse le grandi contraddizioni di questo sistema che si basa sullo sfruttamento di miliardi di lavoratori e lavoratrici in tutto il mondo, al solo fine di far arricchire poche centinaia di famiglie di capitalisti, anche attraverso la continua devastazione ambientale che sta portando il pianeta verso l’estinzione. Un sistema che da lavoratori subiamo quotidianamente sulla nostra pelle con riduzioni salariali (anche attraverso la cassa integrazione), ricatti quotidiani (spesso subiti da donne, lgbt e immigrati vittime di violenza di genere e xenofoba), licenziamenti, infortuni e morti sul lavoro ecc. Tutto ciò mentre negli ultimi decenni sono stati attuati tagli draconiani e privatizzazioni ai servizi pubblici (sanità, scuola, trasporti, ecc) che sono venuti a mancare proprio in piena pandemia con conseguenze drammatiche.
La gestione della pandemia ha messo ancora di più in evidenza la barbarie di questo sistema che, per non fermare la produzione e la conseguente compravendita, ha mandato al massacro milioni di lavoratrici e lavoratori. I dati ufficiali parlano di 200 milioni di infettati e circa 4 milioni e mezzo di morti da Covid-19 in tutto il mondo, di cui la gran parte appartenenti alla classe lavoratrice – in Italia l’Inail dichiara circa 180 mila infettati e 700 morti tra i lavoratori – ma sappiamo che spesso i lavoratori sotto ricatto non denunciano – mentre i grandi capitalisti continuano ad aumentare i propri profitti supportati dalle centinaia di miliardi di euro elargiti loro dai vari governi e ora vogliono ristrutturare interi settori con licenziamenti di massa e precarietà diffusa. In questo quadro, quello che servirebbe è una risposta di lotta incisiva della nostra classe, attraverso la costruzione di un’efficace difesa dagli attacchi padronali, nel tentativo di rilanciare un’offensiva delle masse. In particolare, da molti anni in Italia non si organizza un’azione di sciopero generale in grado di mobilitare settori consistenti della classe lavoratrice in un’azione politica contro i padroni e i loro governi.
Detto ciò, non possiamo che accogliere positivamente l’iniziativa delle principali organizzazioni sindacali di base che, dopo anni di scioperi separati e in contrapposizione tra di loro, hanno deciso di indire uno sciopero unitario nazionale per il prossimo ottobre. Senza dubbio è una novità positiva rispetto alle proclamazioni di sciopero separate e contrapposte che la classe lavoratrice è stata costretta a subire negli anni passati, in cui, lavoratori dello stesso settore o azienda, ma di sindacati differenti, sono stati costretti a dividersi in giornate di sciopero distanti poche settimane tra di loro. Crediamo però che questo non basti, ma serva ben altro per costruire un vero sciopero generale sia nelle modalità che nella sua composizione.
Una forte critica va fatto, senza dubbio, alle direzioni delle organizzazioni sindacali confederali che sono latitanti da una lotta generale dal 2013. L’ultimo “sciopero generale” indetto da Cgil-Cisl-Uil risale ai tempi del Jobs Act di Renzi con una proclamazione di solo 4 ore nel settore privato, senza neanche una manifestazione nazionale (per uno “sciopero generale” nazionale di 8 ore dobbiamo tornare indietro al 2011 col governo Berlusconi). Una risposta totalmente inadeguata rispetto ad una proposta di legge che ha poi smantellato alcune storiche conquiste della classe operaia italiana (tra cui l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori). Da allora le grandi burocrazie sindacali non hanno più proclamato scioperi generali, ma oltretutto hanno progressivamente ridotto gli scioperi di categoria e persino quelli aziendali, soprattutto dopo la firma, nel gennaio del 2014, dell’accordo vergogna sulla rappresentanza con il quale hanno rinunciato al diritto di sciopero in cambio della conservazione di alcuni privilegi materiali.
Come Fronte di Lotta No Austerity da anni promuoviamo esperienze di lotta unitaria, ponendo come obiettivo principale la costruzione di un ampio e democratico fronte unico, collegando tra di loro sia lotte sindacali delle diverse organizzazioni che quelle dei movimenti contro il razzismo, maschilismo, lgbtfobia ecc., la devastazione ambientale, il diritto alla casa, ecc., nel tentativo di superare le divisioni e rafforzare la resistenza della classe lavoratrice di fronte agli attacchi dei padroni e dei governi. Crediamo con forza che oggi serva proprio un’estensione di questo tipo di esperienze e, soprattutto, l’unificazione delle stesse.
Questo a nostro avviso deve essere lo spirito con cui si deve costruire un’opposizione di classe e di conseguenza un reale sciopero generale che non sia una mera azione di testimonianza o di propaganda, ma che riesca davvero a respingere gli attacchi in corso. È necessario che scenda in sciopero e in lotta una percentuale consistente della classe lavoratrice, fino a bloccare la produzione, i trasporti, i servizi. Per cercare di raggiungere questo obiettivo è necessario organizzare un percorso unitario di assemblee tra i lavoratori di diversi settori e di diversi sindacati (di tutti i sindacati: nessuno escluso!) e comitati di lotta, con l’obiettivo di connettere tra di loro scioperi di tipo vertenziale che si stanno animando da mesi in tutto il Paese: la lotta Alitalia (tra le prime contro il governi Draghi), le lotte nella logistica (Tnt-Fedex), gli scioperi operai contro i licenziamenti (Stellantis, Gianetti, Gkn, Whirlpool, ecc.), ecc. È questa la premessa per organizzare uno sciopero generale degno di questo nome.
Solo organizzando e mobilitando contemporaneamente i lavoratori dei sindacati alternativi e la base delle grandi burocrazie sindacali – attraverso anche un forte appello/sfida alle direzioni di Cgil-Cisl-Uil a proclamare a loro volta sciopero generale – si potrà arrivare a quell’azione di massa che potrà spostare su un terreno politico generale le azioni di sciopero e di lotta dei diversi settori. Lo sciopero generale è proprio questo: l’astensione dal lavoro contemporanea della maggioranza dei lavoratori di tutti i settori lavorativi. È un’azione ampia e incisiva, che rafforza la fiducia dei lavoratori e delle lavoratrici nella loro capacità di respingere, con la lotta, gli attacchi dei capitalisti e dei loro governi (oggi quello cosiddetto dei “migliori”) per avanzare poi in una prospettiva di lotta che veda come obiettivo l’abbattimento di questo sistema che genera solo sfruttamento, oppressione, devastazione e morte.
UNIAMOCI NELLA LOTTA! UNIAMO LE LOTTE CONTRO I PADRONI E I LORO GOVERNI!
SCIOPERO GENERALE!