23 novembre: contro la violenza maschilista e contro il sistema capitalista
I collettivi Donne in lotta del Fronte di Lotta No Austerity, raccogliendo l’appello di Non Una Di Meno, aderiscono alla manifestazione che si terrà a Roma il prossimo 23 novembre, contro la violenza di genere e sulle donne, perché è arrivato il momento di portare nelle piazze la rivolta e il conflitto, unendo le lotte di genere e di classe. Una rivolta che va condotta sia a livello locale che a livello globale, per ribaltare questo sistema capitalista, patriarcale, razzista e colonialista, che accumula il profitto basandosi sullo sfruttamento delle persone e dell’ambiente. Una lotta che va condotta contro ogni forma di violenza, di oppressione e di discriminazione.
Saremo in piazza:
- Contro la violenza istituzionale che si perpetra nei tribunali, quando, nelle cause di divorzio, le donne vengono accusate di “alienazione parentale”, private dei figli in nome di un astratto principio di bi-genitoralità, anche nei casi in cui si sono verificati maltrattamenti (che spesso vengono descritti come “conflittualità”).
- Contro il linguaggio con cui i mezzi di informazione riportano le notizie relative alla violenza sulle donne, sugli omosessuali, sulle persone lgbt, un linguaggio che tende a giustificare l’autore della violenza, descrivendolo come “troppo innamorato”, “geloso”, “depresso” o in preda a una “tempesta emotiva”, di fatto trasformando la donna da vittima in colpevole.
- Contro i provvedimenti, utilizzati a livello propagandistico, ma totalmente inefficaci, come il Codice Rosso, una legge che si è limitata a inasprire le pene, senza aumentare i finanziamenti ai centri antiviolenza, e ha intasato le procure, non offrendo concretamente alcuna via d’uscita alle vittime di violenza.
- Contro l’obiezione di coscienza che impedisce in concreto di esercitare il diritto di aborto e colpevolizza le donne che vi ricorrono.
- Contro l’attacco indiscriminato agli spazi femministi, come Lucha y Siesta e la Casa Internazionale delle Donne, ancora sotto la minaccia di sfratto, e i consultori, sistematicamente svuotati di competenze e impoveriti di risorse.
- Contro la doppia oppressione delle donne, sulle quali grava il carico di lavoro produttivo e riproduttivo, con cui il sistema perpetra se stesso. In Italia le donne lavorano in condizioni peggiori degli uomini, spesso in nero o con contratti precari, di solito part-time, con retribuzioni al di sotto della soglia di povertà. La crisi economica e le politiche di austerità hanno peggiorato questa condizione, impoverendo le famiglie e costringendo la classe lavoratrice a sottostare a ricatti e sfruttamento. La mancanza di autonomia economica è un’aggravante nei casi di violenza domestica, in quanto non consente alle donne di uscire dalla condizione di subordinazione.
- Contro la violenza del sistema capitalista, che causa la violenza patriarcale e che agisce da secoli anche sull’ambiente, devastato e sfruttato dalla classe dominante, che si è appropriata delle risorse per estrarne valore. In ogni parte del mondo le donne sono in prima linea anche nelle lotte contro la catastrofe ecologica imminente, consapevoli del fatto che non basta dare una parvenza ecologista alle logiche liberiste, ma occorre ribaltare il sistema, costruire una società in cui giustizia sociale e sostenibilità ambientale vadano di pari passo.
In ogni parte del mondo stiamo assistendo a un’ondata di ritorno di movimenti maschilisti e razzisti, in Europa crescono le forze conservatrici che minacciano la democrazia attaccando i diritti. Al contempo, negli ultimi anni, ci sono state oceaniche manifestazioni delle donne contro la violenza maschilista. Noi non retrocederemo: le mobilitazioni delle donne, insieme con quelle dei giovani e dei lavoratori, travolgerà, come già sta avvenendo in molti Paesi (Cile in testa), gli argini del sistema e non si fermerà finché non saranno garantiti a tutti libertà e diritti!
Donne in Lotta – FLNA
www.frontedilottanoausterity.org