VERSO IL 25 APRILE, Pomigliano (NA)
Stavolta per noi la tradizionale ricorrenza dell’8 marzo vivrà, insieme agli operai, nella mobilitazione del prossimo 25 aprile. Questo perché come Donne del Movimento Operaio siamo ben consapevoli che la differenza di genere non può né coprire né sostituire la fondamentale differenza di classe, specialmente quando come oggi l’intero quadro politico punta a trasformare il Movimento Operaio in ‘classe senza coscienza’ per impedire e controllare il conflitto sociale e lucrare strumentalmente il voto presentato ai lavoratori come ‘unica e possibile ribellione consentita’ ad ogni tornata elettorale.
Questo con le multiformi proiezioni della destra populista, della finta sinistra, del razzismo e dei movimenti della cosiddetta ‘antipolitica’ che, in nome di una presunta modernità neo-liberista, si adoperano al progressivo azzeramento della democrazia e dell’insieme dei diritti sociali fondamentali mettendo il sistema economico in posizione dominante ed i lavoratori (di ogni nazionalità) in inferiorità sociale e normativa.
PER UN 25 APRILE ANTIRAZZISTA E DI NUOVA
RESISTENZA, A POMIGLIANO, INSIEME AGLI OPERAI
• Perché, il 28 febbraio scorso, il governo gialloverde, col complice silenzio dell’insieme delle forze politiche presenti in Parlamento, ha deliberato un ‘disegno di legge delega’ con cui, Lega e M5S, in evidente ed inquietante eversione della stessa Costituzione, si apprestano alla più grande deregolamentazione del diritto del lavoro della storia Repubblicana in italia
• Perché col recente contratto nazionale di lavoro siglato l’11 marzo 2019 la multinazionale FCA (e le sue servitù sindacali) hanno ratificato lo “smart working” nonché (tra altre nefandezze come la privatizzazione ‘coorporativa e per contratto’ di diritti sociali fondamentali quali i sistemi pensionistici e sanitari) la deroga alle tutele previste dalle normative europee in materia di lavoro straordinario e tutele minime di riposo settimanale: deroghe direttamente prelevate dal ‘programma lavoro’ dei 5stelle (e del governo gialloverde) e costruito sulla ‘disintermediazione sindacale’ a favore del rapporto diretto tra azienda e lavoratore e sul ‘lavoro a casa’ (o negli scantinati) tramite computer (lo smart working). Il tutto confermando il sequestro delle libertà di associazione e di voto dei lavoratori vincolato alla stipula dei contratti-bidone e/o pirata e alla ratifica degli accordi liberticidi sulla rappresentanza sindacale
• Perché oggi vogliono riportarci a quei modelli economico-sociali e politico-istituzionali già spazzati via nel 1945 dalla Resistenza
• Perché il governo giallo-verde del ‘cambiamento in peggio’ punta sul ‘voto di scambio’ organizzandosi per la definitiva ‘messa in soffitta’ del conflitto sociale da sostituire col più agevole rapporto ‘elemosinieri-elemosinati’ tra istituzioni e lavoratori
• Perché col decreto ‘sicurezza e immigrazione’ si apprestano a mettere in atto la trasformazione autoritaria dei diritti e delle libertà sindacali con la galera per i lavoratori e l’espulsione per gli immigrati
• Perché l’intero quadro politico-istituzionale (col ‘Pacchetto Treu, la legge Fornero, il Jobs act ed il Decreto dignità) sta già da anni e progressivamente condannando i lavoratori alla precarietà sottoponendoli al ricatto del licenziamento senza ‘giusta causa’ per relegare il lavoro al rango di merce ‘usa e getta’ di valore inferiore alle merci stesse
• Perché col disegno di legge sulla prostituzione vogliono sottoporre a moderna schiavitù economica le donne ed i loro corpi, da trasformare in merce da comperare ed usare a piacimento con la legittimazione dello Stato
• Perché la realtà che oggi come donne stiamo vivendo sulla nostra pelle nei luoghi di lavoro e nel sociale ci richiama, sia pure in chiave moderna, a quel tragico regime liberista di infausta memoria già intercorso tra lo Statuto Albertino del 1848 e l’era fascista
• Perché 74 anni fa la lotta partigiana di uomini e donne liberò in nostro paese dalla guerra e dalla feroce dittatura aprendo la strada ai lavoratori per le successive ed importanti conquiste dei diritti sociali
• Perché quando si abbassa la democrazia nelle fabbriche e nell’insieme dei luoghi di lavoro si abbassano anche i diritti sociali e quelli civili
Per i contenuti di alto valore simbolico, sindacale e politico della proposta del Comitato Mogli Operai, Slai cobas e Slai Prol cobas aderiscono all’appello e decidono di far convergere sull’iniziativa anche le mobilitazioni del 1° maggio:
Per un 25 aprile di Nuova Resistenza a Pomigliano come importante scadenza nazionale ed antirazzista di uomini e donne di ‘Classe Operaia’ italiana ed immigrata.