SCIOPERO GENERALE
Venerdì 29 e sabato 30 novembre: due fronti della stessa guerra di classe!
Venerdì 29 novembre è un’importante giornata di sciopero e mobilitazione contro gli attacchi del governo Meloni e di Confindustria diretti alla classe lavoratrice: il potere d’acquisto dei salari è fermo agli anni ‘90; le pensioni sono sempre più misere e lontane; la strage quotidiana di lavoratori non accenna a diminuire; l’iper-sfruttamento del sistema degli appalti e dei subappalti continua a erodere diritti e salari; la crisi mondiale del settore automotive sta lasciando per strada decine di migliaia tra lavoratrici e lavoratori in tutta Europa (in Italia tutti gli stabilimenti sono in regime di Cassa integrazione!) e i capitalisti, dove non licenzieranno, ricontratteranno al ribasso le condizioni di lavoro.
Sabato 30 novembre il movimento palestinese ha organizzato una giornata di mobilitazione a Roma contro l’occupazione e lo sterminio di massa operato dallo Stato sionista e razzista d’Israele, avamposto nella regione dell’imperialismo statunitense ed europeo, ai danni del popolo palestinese che eroicamente resiste da oltre 76 anni.
La lotta dei lavoratori contro lo sfruttamento e la lotta dei palestinesi contro il violentissimo genocidio e l’occupazione sionista appartengono a un’unica guerra di classe: la guerra di tutti gli sfruttati e gli oppressi contro una minoranza di capitalisti che antepone il profitto al futuro dell’intera umanità, seminando guerra e distruzione in tutto il pianeta e avvelenando il clima e l’ambiente.
Il governo Meloni risponde con la repressione: il ddl 1660, in continuità coi decreti dei governi precedenti, in questi giorni in discussione in parlamento, prevede la costituzione di nuovi reati per poter reprimere le lotte dei lavoratori e dei movimenti in modo da colpire penalmente le proteste sindacali, sociali e politiche, prevedendo il carcere e altre misure di allontanamento coercitivo.
C’è bisogno di unità d’azione! Il quadro emergenziale impone l’unità di tutte le lotte per rafforzare la classe degli sfruttati e degli oppressi: unire nella lotta i lavoratori di tutte le categorie a prescindere dalla loro collocazione sindacale; unire le lotte sindacali al movimento pro-Palestina per fermare il genocidio sionista e ridare la Palestina storica, dal fiume al mare, ai palestinesi; unire le lotte contro la guerra imperialista. Questo è l’orizzonte che orienta il nostro progetto di costruire un fronte unico d’azione alternativo al sindacalismo concertativo e alla miope divisione delle lotte imposta da alcuni dirigenti dei movimenti, orizzonte che ci guiderà all’interno di queste 2 importanti giornate di lotta e che proporremo alla prossima Conferenza nazionale del Flna prevista a Firenze il 1° febbraio.