Caso Bekaert: «È inaccettabile ciò che sta succedendo ai lavoratori!»
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato di solidarietà dei lavoratori Pirelli ai lavoratori Bekaert (ex Pirelli)
La solidarietà dei lavoratori Pirelli ai loro ex colleghi della Bekaert di Figline Valdarno
Un panettone amaro, quest’anno, per i lavoratori Pirelli dello stabilimento di Figline Valdarno. Se vi state chiedendo come mai li chiamiamo ancora «lavoratori Pirelli», nonostante quest’ultima abbia venduto alla multinazionale belga Bekaert, la risposta, per noi, è che non sarà il cambio di padrone ad allontanarci dalle centinaia di operai che hanno indossato la nostra stessa tuta in fabbrica.
Lo stabilimento Pirelli di Figline Valdarno, nato nel 1959 per la produzione di steelcord, la cordicella metallica all’interno degli pneumatici, ha toccato punte massime di mille dipendenti negli anni ‘70. Al momento, 7 anni fa, dell’annunciata esternalizzazione da parte di Pirelli della produzione di steelcord, i lavoratori erano circa 318. Oggi sono state avviate le procedure di licenziamento per i 178 lavoratori rimasti. Stiamo parlando di lavoratori con un’età media di 40/45 anni e un’anzianità di servizio che va dai 20 ai 30 anni.
Noi operai le conosciamo bene queste strategie di ammortamento del trauma e del conflitto, sono ormai percorsi di diluizione del dramma occupazionale nella melma della concertazione di classe, dove spesso vediamo le direzioni di alcuni sindacati accordarsi coi padroni e coi loro governi per piani di erogazione di ammortizzatori sociali (alias finanziamenti indiretti alle imprese) senza alcun vincolo, esternalizzazioni, subforniture, appalti, e tutto quanto possa servire per ammortizzare l’impatto sociale e aumentare il livello di sfruttamento e precarietà dei lavoratori.
Oggi, dopo aver pulito il piatto con la scarpetta, assorbendo le competenze pluridecennali dei lavoratori dello stabilimento di Figline Valdarno, Bekaert si appresta a delocalizzare la produzione in Romania, una conseguenza di una più ampia cessione delle attività steelcord portata avanti da Pirelli e che ha interessato gli stabilimenti di Yanzhou (Cina), Slatina (Romania), Sumaré (Brasile) e Izmit (Turchia).
Il caso Bekaert non è avulso dal sistema economico e sociale in cui viviamo. Nel capitalismo vige la sola legge del profitto, i lavoratori vengono spremuti come agrumi la cui scorza verrà gettata nel bidone dell’umido.
Noi come lavoratori dei siti Pirelli di Bollate, Milano e Settimo Torinese ci stringiamo al fianco dei nostri colleghi in questo momento difficile; è inaccettabile ciò che sta succedendo! Il loro dramma è il nostro dramma, la loro rabbia è la nostra rabbia!
Gli operai meritano prospettive migliori di invocare pietà ai governi borghesi genuflessi alla corte del capitale, nella speranza di trovare qualche padrone disposto sfruttarli e a far profitto avvalendosi di ingenti somme di finanziamento pubblico.
Le diverse lotte sindacali devono fondersi a un’unica lotta politica, di classe, che unisca tutti i lavoratori contro il capitalismo, che fa pagare le sue crisi lasciando per strada operai che hanno lavorato tutta una vita in fabbrica.
#ilavoratoribekaertsonoio
23 dicembre 2020,
Lavoratori Pirelli dei siti di Bollate, Milano e Settimo Torinese
(iscritti Allca-Cub e Usi-Cit aderenti al Fronte di Lotta No Austerity e Riconquistiamo tutto opposizione in Cgil)