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Argentina: libertà per tutti i detenuti politici! 

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Riceviamo dalla Rete sindacale internazionale di solidarietà e di lotta. Facciamo appello anche alle organizzazioni sindacali e di movimento in Italia a sostenere questa campagna internazionale. 

Mercoledì 12 giugno, nell’ambito delle sessioni legislative convocate per discutere la “Ley de bases” [una legge ultra-liberista, voluta dal governo Milei, che prevede tagli ai servizi pubblici e privatizzazioni, ndt], migliaia di persone si sono riunite per tentare di respingere questa legge che approfondisce e accelera lo smantellamento dei beni comuni, la riforma del lavoro e altre misure contro i lavoratori. Durante la discussione, è stata dispiegata una vasta operazione di forze repressive di tutti i tipi in tutte le zone limitrofe. 

La manifestazione è iniziata alle 9 del mattino ed è diventata sempre più massiccia con il passare delle ore. Intorno alle 16 è iniziato l’ordine di repressione in piazza. La maggior parte dei gruppi che si trovavano in piazza sono stati inseguiti da vicino con moto e proiettili di gomma, e sono stati spinti fuori dalla piazza in modo disordinato, lungo l’Avenida de Mayo. Una volta che la stragrande maggioranza dei manifestanti si è decentrata come meglio poteva, è iniziata una “caccia al manifestante” arbitraria e violenta, in molti casi con la polizia in borghese. Trentacinque persone sono state arrestate e più di 100 ferite. Poi è iniziata un’azione priva di norme, con manifestanti trascinati a terra, molti sono stati picchiati (come ha raccontato Matías Ramirez quando è entrato in prigione), altri sono stati caricati sui furgoni o nelle stazioni di polizia, tra le altre cose.

L’intero piano repressivo messo in atto quel giorno – e il piano mediatico dispiegato fino ad oggi – ha chiari obiettivi politici: si tenta di porre sotto rigido controllo ogni manifestante, pensionato, studente, lavoratrice o lavoratore che sia consapevole delle misure che il governo di Milei sta portando avanti, e di come voglia fare di tutto per arrivare alla resa di chi protesta. È chiaro che il brutale piano di tagli di Milei non finisce con la repressione, e in particolare prende di mira le organizzazioni politiche e sociali che si sono organizzate per respingere questo piano. La demonizzazione dei movimenti piquetero o delle organizzazioni politiche di sinistra che sono scese in piazza per denunciare questa legge criminale non è casuale.

Venerdì scorso, il giudice Servini de Cubría ha rilasciato 17 dei 33 detenuti e ha negato il rilascio di 16 persone ancora detenute; poi sono stati rilasciati altri 11 detenuti, lasciando 5 persone in detenzione. Dopo la repressione, il procuratore e il giudice si sono immediatamente allineati al governo nazionale, che denuncia un “colpo di Stato” e che gli “incidenti” sono stati compiuti da organizzazioni “terroristiche”, il che è assolutamente assurdo ma è ciò che tiene ancora in carcere le 16 persone.

Per questo chiediamo la più ampia solidarietà e unità non solo nelle strade, ma anche con una campagna internazionale che richieda il rilascio di tutti i detenuti politici.

Facciamo appello ai sindacati, ai movimenti sociali, politici e per i diritti umani, ai collettivi studenteschi, ai sindacati, agli ambientalisti, ai pensionati, ai circoli e ai media alternativi affinché denuncino la situazione repressiva in corso in Argentina attraverso un’ampia campagna nazionale e internazionale.

Facciamo appello a organizzare una solidarietà attiva, con ogni tipo di iniziativa: petizioni, volantini, video, scritti, manifestazioni nelle ambasciate e nei consolati argentini e ogni tipo di azione per ottenere la libertà di coloro che sono ancora detenuti.

LOTTARE NON È UN CRIMINE!

LIBERTÀ PER TUTTI I DETENUTI!

Per aderire: [email protected]